VINICIO CAPOSSELA

19 ottobre – Ore 20.30
 Conservatorio Giuseppe Verdi
Milano

Tra i nomi più noti della musica italiana contemporanea, Capossela è un cantautore istrionico probabilmente il migliore della sua generazione.

Un rabdomante di cultura in continua ricerca, con la giacca da domatore circense, il copricapo da giannizzero e un monocolo che gli permette di scrutare i sogni.

Nato ad Hannover da migranti irpini, si trasferisce ancora neonato in Emilia, cresce ascoltando dischi del padre e sogna il rock’n’roll.

Alle superiori scopre Tom Waits ed è qui che Vinicio nella sua mente ridisegna il concetto di musicista.

Siamo negli anni in cui in Italia i colti strimpellano Guccini e sognano la rivoluzione, le masse  invece cantano Celentano e Morandi.

Per un ragazzino ammirare Tom Waits è cosa ardita, figuriamoci inseguirne i testi.

Vinicio suona il pianoforte, frequenta per poco tempo il Conservatorio e nel 1990 debutta con “All’una e trentacinque circa”, disco che gli vale la prima Targa Tenco (ne seguiranno altre cinque e un Premio Tenco alla carriera).

Pubblica altri tre album che sanno di locali notturni anni ’50, di America, di mambo e di jazz, genere che gli ha guidato le dita sui tasti del pianoforte.

Nel 1996 con “Il Ballo di San Vito” iniziano a intravedersi quelle che diventeranno le sue peculiarità di ricercatore.

Nel 2000 il suo primo capolavoro, “Canzoni A Manovella”, un disco che ha la sorprendente capacità di essere fuori dal tempo, un lavoro di canzoni immaginarie e immaginate.

Un contenitore in cui ci trovi Celine, la patafisica di Alfred Jarry, palloni aerostatici e marinai intrappolati in una bottiglia sul fondo del mare.

Capossela diventa l’artista più eclettico nel panorama italiano e trova il coraggio di disvelare ogni sua visione, ogni sua folle e incantevole intuizione.

Le sue uscite discografiche successive si fanno più articolate, ognuna può quasi intendersi come un concept album in cui Vinicio indaga mondi ed epoche che vanno dalla Roma Antica ai miti greci, dalle epopee del mare ai giri di quadriglia della terra dell’osso. Poi ancora più a sud dove fede e magia diventano una cosa sola e una volta attraversato il mare incontra il rebetiko e il pianto dei popoli nella storia.

I suoi live sono sempre ricchi di teatralità e di scenografie mirabolanti.

Alla carriera di musicista affianca ormai quella di scrittore e dal 2013 è ideatore e direttore artistico dello Sponz Festival in Irpinia.

Quest’anno ricorrono i 25 anni dalla pubblicazione di “Canzoni A Manovella”.